31 marzo, 2006

Revisionismo a proposito del caimano...

Dopo un processo di metabolizzazione del film di Moretti, complici qualche compagno di classe ma soprattutto molte recensioni apparse su quotidiani e settimanali, ritorno sui miei passi riguardo al caso cinematografico dell'anno.
In particolare, la recensione che mi ha illuminato è quella apparsa su Vanity Fair e firmata da Fabrizio Rondolino. Che offre una lettura "in negativo" del film. Nel senso di leggere il nero e lasciare il bianco sullo sfondo. Una prospettiva da cui il Caimano mi appare sotto nuova luce.
Purtroppo non ho trovato su internet il testo da copia-incollare e non ho Vanity qui con me, ma proverò a fare un degno riassunto. Il cuore della recensione di Rondolino, al quale credo proprio che il film sia piaciuto, consiste nel non focalizzarsi sulla parte politica del film, che Moretti stesso riduce a b-movie, ma piuttosto nel guardare un po' più in là, facendo attenzione alla vita vera. Che si dispiega tra divorzi, precariato, impossibilità di veder realizzati alcuni dei propri sogni tra i quali il più semplice e naturale: innamorarsi e formare una famiglia. Anche se ci si innamora di una persona dello stesso sesso.
In questo senso, è un film che ci dice: preoccupatevi meno della politica, perchè non ne vale la pena (tanto ci sarà sempre un trionfo diretto o meno delle persone più scaltre, i "berlusconi" per intenderci). E recuperate la vita vera, quella familiare, quella affettiva. E anche: non rinunciate mai ai vostri sogni, per quanto sia difficile realizzarsi. In fondo, bisognerebbe fare come Teresa che, di fronte alla difficoltà, stringe i pugni dietro la schiena e continua a lottare.
E non si dica che Vanity non fa riflettere.

29 marzo, 2006

Montalbano mon amour

Adoro come indossa giacca scura e camicia bianca, senza la cravatta e con una classe innata. Per non parlare di quando gli scappa un sorriso. Bellissimo e affascinante. Di chi sto parlando? Il personaggio si chiama Salvo, Salvo Montalbano. Un appuntamento che si ripete puntuale ogni martedì sera, palestra o non palestra, pila di magliette e affini da stirare o meno. Lui, l'interprete, è chiaramente Luca Zingaretti. Stesso appeal del mio commissario preferito. Solo, non è siciliano. Ma in fondo importa poco. Eppure sembro l'unica a sostenere che Zingaretti dovrebbe far parte a buon diritto della classifica di People (i 50 uomini più belli del mondo, ndr). Ma ecco dieci motivi per adorare Montalbano.
  1. E' estremamente sexy. Questo è una sorta di assioma, cioè una verità che viene accettatasenza bisogno di dimostrazioni. E'così e basta. In fondo, basta guardarlo per essere d'accordo.
  2. Potrei dire che è estremamente sexy, ma so che sarebbe ripetitivo. Allora dico che ha un sorriso veramente affascinante.
  3. Ha degli occhi stupendi.
  4. Ha dei bei pettorali (sì, lo so che è un po' tarchiatello, ma bisogna capirlo: prima faceva il calciatore)
  5. E' un attore indiscutibilmente bravo. Montalbano a parte, ha interpretato Perlasca, Puglisi. Interpretato in modo magistrale sottolineo.
  6. E' romano e a me i romani piacciono. Soprattutto quelli che sono rusciti a evitare di diventare dei coattoni nonostante l'ambiente in cui sono cresciuti, intriso di coattaggine.
  7. Non mi vengono in mente altri motivi, ma vorrei arrivare a dieci...e quindi direi che è anche una persona evidentemente acculturata. Insomma, legge sicuramente qualche libro e azzarderei anche qualche quotidiano.
  8. Ama il teatro.
  9. E' solare e mediterraneo. (questa ragione è un po'arraffazzonata, ma non è mica facile trovare dieci motivi)
  10. E' affascinante da mo-ri-re!

28 marzo, 2006

Il caimano

Quattrocento posti per l'anteprima giornalistica. Recensioni celebrative sulle prime pagine di molti quotidiani. Ma personalmente non ci sto, non mi va di accodarmi a questa profusione di lodi che ha investito e investe il famoso Caimano. C'è chi l'ha definito l'esempio di nannimorettismo per eccellenza, io lo definisco un evidente sintomo di stress paranoide. Paranoia da berlusconismo, ma non è tutto qui. Nannimoretti, così l'ha definito Silvio Orlando su Vanity, avrebbe completato il suo ritorno alle origini con questo suo ultimo capolavoro.
Sì, ci sono alcune scene tessute con abile maestria, nelle quali si riconosce inquivocabilmente l'impronta di un grande regista (per chi ha visto il film, la scena del rifiuto di nanni alla parte da protagonista; la scena di Margherita Buy e Silvio Orlando che si inseguono in macchina), ma il film secondo me intreccia livelli di narrazione e di lettura diversi, quello della crisi psicologica-lavorativa-esistenziale del produttore di film di serie b e quello del personaggio del Caimano, dichiaratamente ispirato, modellato e forgiato attorno alla figura di Berlusconi. Orlando che straccia un maglione di cachemire con la chiave di casa in preda ad una crisi isterica; il caimano che compra finanzieri e imbecca giornalisti, trasferisce fondi neri all'estero e sorride sornione a quelli che saranno i suoi futuri elettori. Contraddizioni piuttosto slegate, che non riesco a sciogliere.
Il finale, poi, un boccone troppo grosso da mandare giù. Un mattone che secondo me cade in testa proprio quando pensi che il film non è poi così male. Un finale apocalittico, dal sottile tono ironico. Ma per me di cattivo gusto. Quando tutti rifiutano, Nanni - il primo ad essere stato chiamato e il primo ad aver rinunciato - impersona il Caimano. Serio, rigido, saccente. Anche di fronte alla scritta "la legge è uguale per tutti". Anche di fronte alla condanna a sette anni di reclusione. Nel finale, il parallelismo Caimano-Darth Vader di Star Wars. La folla in rivolta contro i giudici, loggia massonica rossa, lancia molotov contro il tribunale e lo incendia. E il Caimano si allontana, sorriso beffardo dentro l'auto blu, mentre alle sue spalle divampano le fiamme. Bravissimi gli interpreti: Silvio Orlando, magistrale nell'impersonare il produttore-padre-marito fallimentare, frustrato e disperato; Margherita Buy: le lacrime al telefono con il marito, la sua faccia spaesata nel campo da calcio; Michele Placido che interpreta l'attore famoso, deviato e meschino. E che "lancia l'amo" più volte, citando un certo Gian Maria Volontè..

21 marzo, 2006

Stile di vita primaverile: l'azione prevale sul pensiero

Stavo considerando che come giornalista il mio compito su questo blog è particolarmente fallimentare. Tanto per fare un esempio, non ho proprio menzionato atteso confronto dell'anno, avvenuto ormai una settimana fa. Dopo aver passato una sera incollata alla tv a commentare le frasi di Berlusconi e le risposte di Prodi ( e viceversa) infatti non ho neanche scritto una parola in proposito. Una vergogna. Ma dopo una settimana è già scesa una patina di muffa sull'evento, la performance del premier è stata già sostituita, nella mente dergli italiani, da quella ben più imbarazzante fatta al convegno della Confindustria dove ha dimenticato la sua lombosciatalgia non appena si è trattato di insultare -paonazzo, con lo sgomento dei presenti, primo fra tutti De Bortoli -Della Valle. Ma perchè perdersi in fondo a commentare le gesta del Cavaliere? E ' che nelle mie settimane l'azione sembra aver preso decisamente il sopravvento sul pensiero. Nell'ordine, infatti, ho intrapreso le seguenti attività:
1) andare in palestra almeno 3 volte la settimana
2) fare un corso di arabo. In proposito, mi piacerebbe scrivere qualche parola ora che ho imparatoa scrivere qualcosina, ma non credo che nei simboli ci siano anche le lettere arabe..
In pratica, non rifletto più. Complice forse il fatto che la dieta che ho intrapreso comporta un deficit (bella parola, eh? sono a lezione di economia infatti!) di zuccheri al cervello. E quindi penso molto più lentamente. E diciamo che il fatto di avre un blog non collima troppo con questa mia nuova filosofia di vita primaverile : agisci di più e pensa meno.
Vorrei sottolineare 2 cosette già che ci sono:
1) è primaveraaaa! E a Roma c'è il sole e fa caldo.
2) il mio fratellino ha aperto un blog. Eh sì, piccoli bloggerini crescono! Per dargli un occhiata, segiute questo link: www.ipascolididroversrun.blogspot.com

14 marzo, 2006

Se un film ti lascia l'amaro in bocca

Arrivederci amore ciao. E uno si immagina il caschetto di Caterina Caselli, la popolare canzone e gli anni Settanta. Da oggi non farò più probabilmente nessuna associazione di questo tipo. Perchè Arrivederci amore ciao è la colonna sonora di una vita, quella di Giorgio, protagonista del film che si chiama proprio Arrivederci Amore ciao. Ex terrorista rosso, sex appeal alle stelle e sembianze di Alessio Boni (non so se è chiaro: Alessio Bo-ni!), animo intriso di perfidia e mani sporche di sangue. Vuole riabilitare se stesso, dice, dopo un omicidio, la latitanza in sudamerica, il processo per terrorismo che si conclude con un'assoluzione che profuma di mazzetta. E per riacquistare la verginità giuridica e sociale, perchè no, uccide. Con una cattiveria esponenziale che ti lascia così sconvolto, davanti allo schermo su cui scorrono i titoli di coda, che è difficile spiegare la sensazione che ti prende allo stomaco quando si chiude il sipario. Sembra di avere inghiottito un bicchiere di qualcosa di amaro, molto semplicemente. Da vedere? Non lo so. Sono ancora amareggiata, forse perchè questa frontiera della cattiveria umana non mi era ancora chiara.

06 marzo, 2006

notizie dal mondo..dopo una pausa

Dopo una settimana di completa avulsione dal mondo esterno ( a parte qualche breve sguardo alla tv), dedico un intero post alle "cose dal mondo" che hahnno caratterizzato questa settiamana il mondo dello spettacolo.

1. Notte degli Oscar, quella appena passata. Purtroppo gli italiani hanno abbandonato il Red Carpet con le pive decisamente nel sacco. Niente statuetta per "La bestia nel cuore" della bravissima Cristina Comencini. Personalmente credo sia un film bellissimo, pieno di dramaticità e di emozioni. E pazienza se gli americani non l' hanno capito.

2. Sanremo. Ha vinto Povia, con una canzone che paragona le relazioni umane. i grandi amori che durano una vita a quelle tra i piccioni, i volatili più schifosi, sporchi, pedanti e portatori di malattie che ci siano al mondo. Un paragone terribile, secondo me. Una canzone bruttina, sempre secondo me. Ad ogni modo non è che il palco dell'Ariston briullasse per l'alta concentrazione di capolavori quest'anno. A parte Anna Oxa, decisamente in linea con il carnevale che era proprio in quei giorni.

3. Scuola di Giornalismo della Luiss. Siamo in periodo di esami e gli studenti si avvicendano da circa tre ore tra Orsina, Pucci e Correr. Dopodomani si torna alla normalità, per fortuna.

E con questo..That's all folks!