22 settembre, 2006

Skytg24L: epilogo di un'avventura speciale

Ultimo giorno a skytg24. E io sono triste triste triste tristissima. Ma proverò lo stesso a raccontare un po' questa bella e importante avventura. Felice di averla vissuta, ma già con un po' di nostalgia per quello che sto lasciando. Sono entrata qui dentro, in questa piccola redazione, tre mesi fa. E sapevo poco di televisione, nulla di politica. Ho imparato tanto: a livello di contenuti, di tecniche e , come spesso capita, di rapporti umani. E' stata un'esperienza fatta di giornate sì e giornate no. Di momenti di assoluta calma e di frangenti di grande frenesia. Di sensate puntualizzazioni che mi hanno fatto quando ho sbagliato, quando non sono stata abbastanza veloce o precisa, quando non mi sono "buttata". E di incoraggiamenti, sorrisi e complimenti quando invece ho saputo esserlo. Ho trovato un'ambiente che, pur con le sue fratture interne, ha saputo essere molto coeso nell'essere affettuoso nei miei confronti. Affettuosi, amichevoli e disponibili. Giornalisti, montatori, cameramen, produttori, stagisti. Tutti, a modo loro, hanno saputo trasmettermi qualcosa. Dai discorsi seri sulla politica, ai pettegolezzi e all'oroscopo. Abbiamo condiviso bei momenti di vita di redazione. Come mi piacerebbe che accadesse in futuro. E forse è per questo che, al termine di questa avventura che considero così speciale, sono molto molto contenta. Ma mi viene anche da piangere per la tristezza.

12 settembre, 2006

Venezia a Roma. Poetico e realista il nuovo mondo di Crialese

La scena più bella è quella in cui Luce e Salvatore si scambiano sguardi silenziosi. Camminano all'indietro, sul ponte della nave che dalla sicilia, profondissima sicilia montuosa, li porterà in America. Un'America che non viene mai chiamata per nome. Ma viene semplicemente definita "il nuovo mondo". Un mondo profondamente diverso e lontano mille anni luce dalla terra della famiglia Mancuso. Padre, due figli, nonna anziana e anche un po' maga. Affrontano un viaggio improbabile e di sofferenza, che ricorda tanto quello che affrontano anche oggi gli immigrati che partono dalle cost nordafricane per giungere qui. E, una volta giunti in America, capiscono che per entrare nel nuovo mondo non bastano un cappello, una giacca e delle scarpe regalate dal parroco siciliano. Bisogna essere valutati e giudicati all'altezza. Bisogna riuscire a completare un tangram e contare quante zampe hanno una gallina+un cavallo+una capra. C'è chi deciderà di adattarsi, come Pietro, il figlio muto che sceglie di parlare pur di seguire il padre in America. Chi, invece, non vorrà adattarsi. La nonna, in particolare. E a questa storia della famiglia Mancuso si intreccia quella di Luce, signorina inglese dal passato vociferato e misterioso. Che si accoda alla famiglia siciliana partecipando alla foto che viene scattata di rito a tutti gli emigranti, prima della partenza. Da lei, inglese perfetto e abiti curati - totalmente fuori contesto nella terza classe di quella nave che sembra adatta a portare bestiame più che persone -, dai suoi sguardi Salvatore rimane abbagliato e imprigionato. Tanto dal volerla sposare. Anche se lei avverte: "non ti sposo per amore". E lui ribatte: per queste cose, c'è tempo.
Crialese da podio, quello che ho visto ieri sera. Un film- interamente in dialetto siciliano, menomale che c'erano i sottotitoli in inglese - profondo e poetico. Una regia ben orchestrata. E, tra una scena e l'altra, si intravedono davvero grandi tocchi di maestria.

04 settembre, 2006

Settembre, ritorno alla vita

Settembre, ultimo mese a Sky. L'estate è finita e oggi questo è più che mai evidente. La redazione, il quartiere, Roma. Tutto si è pian piano ripopolato.
Ha riaperto il Suan Bar. E anche il "ci vediamo" (che non aveva biglietti della metro perchè, giustamente, era il giorno di apertura..come se la situazione fosse diversa in qualsiasi altro giorno dell'anno). E in redazione sono tornati alcuni dei vacanzieri. Non dormo più comletamente senza coperte e lenzuoli nè con la finestra spalancata. Messenger è pieno di persone connesse.
E immagino sia piena anche la biblioteca di Lissone. Che, strano ma vero, mi mancherà tanto. Mi mancheranno il caffè alla Baracca, l'aria condizionata sparata a manetta e i tavoli gialli che stimolano l'intelligenza, la Susanna- bibliotecaria sfigata; noi che arriviamo per studiare e finiamo a ridere e a chiacchierare con persone che vediamo tutti i giorni ma anche con chi incontriamo dopo tanto tempo; la Chiara che va a telefonare tra gli scaffali come se cambiasse qualcosa tra telefonare lì e al tavolo; la pausa caffè alla macchinetta; io che tornando dalla pausa prendo Starbene di settembre e lo leggo per le successive tre ore; la Cri che alle 12e15 conferma di mangiare come le galline, si alza e dice "andiamo a comprare il pane che devo andare a casa"; la Chiara che mangia quelle orribili caramelle gommose alla fragola. Mi mancherà questo rito del ritorno alla civiltà e alla vita post vacanza. Mi mancherà, lo so che l'ho già detto, tanto.