30 dicembre, 2008

2008 almost over

Checchè ne dicano i più, a me quest'anno è piaciuto. C'è stato il 29 febbraio e non abbiamo vinto gli europei di calcio, embè? Manca un giorno ancora e questo rende il mio giudizio sicuramente molto affrettato perchè, di questi tempi, luoghi e persone, tutto può succedere. Ma il mio bilancio di fatto è stato l'anno del Capricorno e io ho beneficiato delle confluenze astrali (e anche del mazzo che mi sono fatta in molti casi) e ora mi dispiace che finisca. E' il primo anno che non mi faccio i canonici "buoni propositi" (vedi post del'anno scorso) e raccolgo frutti positivi. Arancini cinesi, non angurie da un tre chili e due. E siccome ieri mi hanno ricordato di quando il protagonista di Caos Calmo faceva le sue belle "liste di vita"..ecco la mia lista del 2008. Un po' manichea,a dire il vero. Cose belle vs cose brutte.
Cose belle
1. Seychelles
2. stivali della pioggia di gomma viola, grazie a voi ho sicuramente evitato malattie
3. corsa
4. Spaghetti cacio e pepe di Felice a Testaccio
5. Il video della Cri che balla al Papeete
6. La pasta al sugo cucinata a casa di Giacomo a Passo Corese con Laura e Robi
7. Vedere "Scusa ma ti chiamo amore" alle quattro di pomeriggio il 31 gennaio con Daniela
8. Il tesserino da giornalista
9. partite a racchettoni in spiaggia con mio padre e piquidus
10. piquidus
11. la finale di miss Italia al bujaccaro
12. Distretto di Polizia 8
13. Micheal Jackson che forse miore
14. Ibrahimovic ridicolizzato nella pubblicità Mediaset Premium che dice: "un palone, un palone"
Cose brutte
1. Canale 5 che ha comprato un pacchetto di film natalizi made in Germany
2. Il finale di Dostretto di Polizia 8
3. San Valentino al cinema a vedere il film di Muccino jr
4. Il film di Aldo Giovanni e Giacomo
5. Il manico della borsa che mi si rompe davanti alla sfilata di Versace
6. il raffreddore
7. Silvio al Governo, ma più che altro Tremonti all'Economia
8. Il Superenalotto l'ha vinto uno di Catania e non io
9. Se prendo il 60 non vado più a Piazza Venezia. Ma a Milano il 60 c'è??
10. Mourinho logorroico intervistato la domenica sera
Cose belle batte cose brutte 14-10

23 dicembre, 2008

Un pensiero pre natalizio

Dopo aver scritto centinaia di righe sui regali più improbabili (si parte da Cicciobello nella nuova versione in cui fa la pipì per bambine aspiranti mamme che tra dieci o quindici anni non vorranno un figlio che fa la pipì manco morte) ai corsi di cinese per principianti, mi lancio in un pensiero natalizio. Innanzitutto premetto che io, paladina del Natale, autrice di post dove si esaltano luci-lucine-lucette, carte colorate, nastri catarifrangenti e chi più ne ha più ne metta, quest'anno sono diventata cinica. Sissignori, ci-ni-ca. Nel midollo. Tanto che mia madre spera invano che io svuoti quelle scatole del presepe e trasformi l'ammasso di statuine avvolte in un quotidiano del 1992 in una scenetta natalizia di rilievo. Risucchiata da mille cose di altrettanta importanza (vedi le collezioni primavera estate) ho perso per strada lo spirito del Natale. E poi per strada l'ho un po' ritrovato. Camminavo per Corso Vittorio Emanuele (che non so mai se è un corso o una via ma chissenefrega) quando li vedo. L'uomo Lcd al plasma 42 pollici e l'uomo lavatrice. Qualcuno si ammassa intorno a questi uomini con in testa un elettrodomestico che gli copre il volto e li fotografa, qualcuno è incuriosito. E io penso, nell'ordine:
1) piove a dirotto e questi poveri cristi se ne stanno in giro con in testa un televisore
2) ma quanto peseranno quei cosi?
3) ma non siamo nell'era di youtube, facebook, dei video sui maxischermi che da Times Square sono approdati anche a Piazza Duomo?
Evidentemente no, se la Samsung sceglie di utilizzare questa forma arcaica di pubblicità.
Il mio pensiero di Natale va quindi a voi, uomo Lcd 42'' e uomo lavatrice. Se esiste un comitato di liberazione per i nani da giardino, io fondo un comitato di liberazione per voi. In nome di una carità natalizia che non può essere morta e sepolta in 365 giorni. O no?

14 dicembre, 2008

Milàn l'è'n gràn milàn

Non sono morta. E questa è la notizia numero uno. Forse lo sarò stasera perchè dopo un week end ad alto tasso di cibo (viaggio stampa in un hotel-Spa di Madonna di Campiglio con ogni possibile pietanza e abbinamento "schifoso" comprovato e d'avanguardia) non solo ho ancora fame, ma avrò anche il barbaro coraggio di mangiare una pizza prima di andare al cinema. Senza contare che tra dieci giorni è Natale e mi aspetta un pranzo luculliano. Quindi dovrei seguire l'esempio delle brave giornaliste di moda che non assaggiano nulla se non una fetta di tacchino (che tanto è magro) e una patata novella il giorno 25. Il panettone vale solo se uno ha prima corso la solita decina di km. E non il 25 perchè troppi carboiodrati in un giorno fanno notoriamente malissimo.
Un mio lettore (:D) ha chiesto dove ero finita. E io rispondo: a Milano, baby.
A Milano dove il mattino ha l'oro in bocca (e alle 8,30 di martedi mattina scorrazzo in piazza duomo inspirando l'aria che brucia il naso) e la sera ha sonno davanti a Matrix (se ci arriva) se no ha sonno già dalla prima pubblicità del film idiota di turno. Fatto salvo che la serata si passi a casa e non in macchina lungo viale Zara mentre si torna dalla redazione numero tre, sognando il piumone e cantando qualche orrida canzone che dia un tocco vivace a un panorama di reietti relegati in periferia che fanno la fila davanti al kebab o reiette che battono la strada con il piumino lungo nero e facendo finta di telefonare, come omaggio a lady pari opportunità. La cosa che mi sconcerta maggiormente in questi miei ritardi tardivi a casa è la fila di auto al mc drive di viale Fulvio Testi. Code di anime in pena che cedono a un mc qualcosa pur di non mettere su l'acqua alle dieci.
A Milano dove i controllori aspettano al varco poveri, dannati, sfigati passeggeri con le occhiaie un anonimo e umido giovedi di metà dicembre, alle nove di sera. Incredibilmente stakanovisti. A Roma, la Cgil avrebbe fatto uno sciopero per tutelare le sorti e arginare le fatiche dei poveri controllori. Mentre i passeggeri, di fronte a cotanto esempio di onorato servizio, avrebbero tirato fuori il cinquanta euro: meritati al cento per cento e stop. Oppure avrebbero giocato subito al super enalotto, che queste cose capitano una volta nella vita.
A Milano dove il caffè costa novanta centesimi (ma anche a Trento) e dove la Moratti ha tolto gli abusivi dalla fiera degli ohbej oh bej. Morale della favola? Orribile, snaturata, pallosa e piatta. Ma com'erano belli i giovani punkabbestia che giravano con il carrello del gs e il pentolone con dentro il Vinbrulè da distribuire in bicchieri di carta ustionanti? E quelli che giravano con il cotechino e lenticchie? Da guardare rigorosamente da lontano per una come me che si tiene l'amuchina gel nella borsa per quando tocca il treno. Certo, ci sono meno borse di gucci e vuitton false, con buona pace di Marc Jacobs e dei suoi amati gonnellini plissè.