20 ottobre, 2006

Come festeggiamo il compleanno di un'amica


nb: questo post è stato scritto il 19 ottobre..ma l'ho pubblicato solo oggi!!
Avevo pensato di dedicare questo post alle cose che mi mancheranno di più quando domani sarò salita sul treno verso roma..poi ho pensato: "che palle sta storia della nostalgia, non se ne può più". Allora ho infilato le ultime (vabè, lo ammetto: sono le penultime..) cose da portarmi dietro nei miei due enormi, strapieni e strapesanti valigioni e mi sono messa a scrivere questo post..promesso a ben 4 persone. E ora..sigla! Ta na na na na nanananà..
Mercoledì sera, 5 donne, un sacco della spazzatura giallo trasparente (si, li fanno solo qui..servono per riciclare la plastica), una macchina e una destinazione pseudo definita (ovvero: come sapere il nome di un ristorante, la via, ma non sapere come arrivarci). Le protagoniste di questa spendida sera terminata in un parcheggio a fare le foto con la macchina digitale della noe: la sottoscritta, Cri la pazza, Chiara soprannominata Jegermeinster, Noemi "Del Pin day", la festeggiata, Elena. Chicche della serata: il posto sperduto e io senza neanche uno straccio di cartina in macchina, l'unico negozio aperto per chiedere un'indicazione è un negozio "vendiamo tuttoanchebombeamanoekalashnikov! gestito da pakistani che potevano sapere dove si nasconde Bin Laden, il gestore del ristorante che mi fa spostare trentaquattro volte la macchina, pretende di insegnarmi a fare la retromarcia - "senza guardare dietro..eh eh eh!" - per evitare che sfondi il suo cancello (che non avrei mai potuto sfiorare), il medesimo signore che ci regala il secondo giro di amaro perchè abbiamo trovato ben 2 euro in più nel conto, il parcheggio del maestoso ormai tristemente chiuso e il fantasma dellle nostre feste all'happy days che aleggia nella notte, i due tamarri doc proprietari della punto bianca (ripeto: punto-bianca!) sulla quale avevamo appena fatto un festino che son arrivati a riprendersi la macchiina proprio nel momento clou. Tanti auguri Ele!

11 ottobre, 2006

Quando la vecchia vita si fa strada in quella nuova

E' da un anno circa che vivo 2 vite. Distinte, separate. Con qualche sfuggente punto in comune, qualche telefonata, qualche messaggio, qualche racconto "trasversale". Fino al 29 settembre ho vissuto appieno la mia nuova vita, quella di Roma, fatta di vita da "fuorisede", giornalismo, mostre, cinema, concerti, amici e serate passate a tirare tardi, gente nuova, tempeste di input intellettuali, orari sballati e ritmi rilassati. Ma appena arrivata a Milano Centrale, sono stata assolutamente in grado di riprendere la mia vecchia e piacevole vita. Fatta di casa, famiglia, di colazioni con il Corriere della Sera, di vecchi amici e vecchi luoghi di ritrovo, di ricordi che affondano le radici nel passato, di un tempo che non sembra scorrere veloce perchè a ogni mio ritorno le cose sono sempre le stesse e le persone anche, di giri in bicicletta e cibi sani, orari regolari e maria de filippi dopo pranzo quando riesco, di radio a tutto volume mentre apparecchio e di treni per lecco via carnate. E' come se fossi la persona che un anno fa si era appena laureata e aspettava di entrare alla Scuola di giornalismo, o quella di due o tre anni fa che si riprendeva dopo un esame mattone. Eppure, tra meno di dieci giorni saluterò baracca e burattini, per rituffarmi nella mia vita "da grande". Ma forse sono contenta così: in fondo, posso sempre fuggire da una vita all'altra quando quella che sto vivendo si fa troppo pesante o soffocante. E posso apprezzare meglio le cose belle dell' una e dell'altra realtà.

02 ottobre, 2006

Orazione funebre a un personaggio (finto) della tivù

Chi pensava che questo fosse un blog serio, uno spazio di comunicazione utilizzato da una giornalista - o aspirante tale - impegnata, valorizzato da dibattiti complessi sulla politica e la letteratura, oggi si renderà conto che ha sbagliato di grosso (sempre che non se ne sia già accorto). La tv, infatti, entrerà prepotentemente in questa stanza. E non è tutto: sarete sconvolti dalla faccia più subdola del piccolo schermo, quella che crea aspettative e , come se non bastasse, affetti..tra persone che non esistono e occhi sognanti che le guardano al di là dello schermo.
Dovete sapere che da ormai sei ..e dico SEI .. anni sono un'affezionata telespettatrice di distretto di polizia. Martedì passati chiusa in casa davanti alla tv a versare lacrime su cose mai accadute: proprio questo. E ieri , sempre in distretto, è morto uno dei miei beniamini, dei personaggi che amo di più e a cui sono più affezionata: Mauro Belli. Bene, questa è la sua orazione funebre.
Buono, un po' orso ma infinitamente generoso e comprensivo è stato freddato in una sparartoria mentre era arrivato in soccorso al suo migliore amico. L'ispettore Belli, un "eroe normale" della vita quotidiana e del piccolo schermo. Una persona semplice, ma speciale. Un'esempio del romano di borgata tremendamente comico e tenero. Cosa succederà senza di te al Decimo tuscolano? Cosa farà la tua famiglia (Mauro ha un padre anziano, Tibberio - volutamente con due b -, una moglie giornalista - Germana - e un adorabile piccolo frugoletto di nome Ettore, adottato appena tre puntate orsono)?. E il povero Robbè (volutamente con 2 b e l'accento), il tuo amico di una vita? Sarà divorato dai sensi di colpa o si batterà con le unghie e con i denti per consegnare alla giustizia il tuo carnefice?
E noi, Mauro, come faremo senza di te? Non sarà più lo stesso. ( E con questa frase cito le sagge parole di Chiara, anche lei sconvolta dalla tragedia). Vorrei che succedesse come nella Rosa purpurea del Cairo, Maurè, che tu potessi uscire anche solo per un attimo dallo schermo. Così ti stringerei forte in un abbraccione. E ti chiederei se hai voglia di venire a farti due chiacchiere a casa mia, a Roma. Ovviamente davanti a un bel piatto di bucatini.