A Roma nessuno sembra accorgersi che tra dodici giorni (spero di non essermi incartata nelle sottrazioni) è Natale. Altro che freddo, neve, guanti e cappello, calendario dell'avvento e "siamo tutti più buoni". L'unica che aspetta trepidante che passino queste due settimane (o forse che non passino affatto, proprio perchè adoro gustare quest'atmosfera) sono io. Perchè? Innanzitutto, il clima non mi sostiene in questa diffusione dello spirito natalizio: fa caldo, caldissimo. Si potrebbero tranquillamente pretendere le uova di Pasqua al posto dei babbi natali made in china che fanno "oh-oh-oh..merry christmas!". Secondo punto: i miei coinquilini non solo sono categoricamente atei e quindi non credono al Bambin Gesù, all'Arcangelo Gabriele, alla stella cometa e ai tre re magi, ma sono anche terribilmente disillusi. Così che non li si può nenache provare ad intortare con la storia di Babbo Natale che vive in Lapponia, le renne e gli elfi vestiti di verde che confezionano pacchetti. Che palle, eh? Ma io, non mi arrendo: continuo a canticchiare Silent Night o Jingle Bells nella doccia, sperando che la mia gioia possa contagiarli per osmosi. Mai dire mai. Terzo e più recente step del mio corso "be used to Christmas time" ( "Che cos'è il calendario dell'avvento": lesson number one. Sì, non lo sapevano...poverini) è stato l'acquisto di:
- un albero di natale alto 150 cm
una confezione di palline rosse
una confezione di palline dorate a forma di albero
una confezione di palline oro e rosse a forma di pacchetto
Il tutto dai cinesi vicino casa, fonte inesauribile di tutto, ma proprio tutto, quello che uno sta cercando (dal tubo della doccia all'albero di natale). Per la modica cifra di 15 euro..immaginiamo la qualità dell'albero. Beh, il mio acquisto ha prodotto effetti riscontrabili almeno su uno dei due soggetti citati: il mio conquilino non solo mi ha aiutato ad addobbare il misero alberello, ma oggi mi ha anche detto per telefono di aver comprato due "serpentoni" di aghi argentati (trash, ovviamente) per completare l'opera..
Quarto step: catechizzare l'intera classe! Sabato sera, in trasferta a Capodarco per lavoro, abbiamo deciso (dopo molti, molti bicchieri di vino) di allestire un presepe vivente in emeroteca (sala dove si leggono i quotidiani). Protagonisti, noi 40. Se lo facciamo e se riesco a fare un video o delle foto, giuro che le inserisco. Per la cronaca, io faccio Maria (la protagonista :-))
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